Nella foto da sinistra a destra: il presidente dell’ASAA Ulrich Seitz, la coppia di sostenitori Antonietta Testa e Riccardo Perotti, l’infermiere Stefano Mascheroni

 

“Recentemente c’è stato un incontro toccante tra me e una straordinaria coppia di Bolzano”, riferisce il presidente dell’Associazione Alzheimer Alto Adige, Ulrich Seitz. Racconta dell’incontro con Antonietta Testa e suo marito Riccardo Perotti. Attraverso la mediazione di un conoscente comune, l’infermiere Stefano Mascheroni, i due avevano deciso, secondo Ulrich Seitz, di donare una somma di denaro pari a 3.000 euro per il sostegno dei malati di demenza e dei loro familiari. Un’azione del genere è di enorme importanza, soprattutto in tempi come questi, in cui molti servizi pubblici sono stati ridotti per motivi di Corona, sottolinea Seitz.

Per le persone con demenza, i loro parenti e gli assistenti, questa fase di cambiamento è sconvolgente. Il pericolo che i parenti superino di gran lunga i limiti della loro resilienza è particolarmente grande con la demenza. Questo è diventato di nuovo molto evidente durante questi giorni di Natale, sottolinea Seitz.  Perché i cambiamenti innescati dalla demenza di Alzheimer riguardano tutti i settori della vita. Questo porta spesso i parenti a mettere in secondo piano i propri bisogni. Questo sacrificio di solito si traduce in un sovraccarico mentale e fisico per il parente che si prende cura, che sempre di più porta all’esaurimento totale e alla rassegnazione.

Ci stiamo battendo in tutto il paese affinché, per esempio, i servizi di ricovero a tempo parziale diventino lo standard per i parenti che lavorano come un sollievo indispensabile nel processo di cura. Oltre alle strutture diurne, abbiamo bisogno in futuro anche di strutture che possano fornire assistenza notturna per il bisogno sempre crescente in Alto Adige. Gli sviluppi degli ultimi 20 mesi ci mostrano che abbiamo una massiccia domanda di fabbisogno arretrata. Ulrich Seitz, tuttavia, vorrebbe portare alla ribalta anche un altro argomento. Gli anziani, soprattutto le persone sole con malattie croniche, sono sempre più al centro dell’attenzione dei criminali in Alto Adige. Usano vari trucchi per cercare di frodare o rubare ai cittadini anziani. Sono più frequentemente danneggiati da reati contro la proprietà e il patrimonio e sono sovrarappresentati nei furti e nelle frodi. Quando i perpetratori prendono di mira i membri più deboli della società, il loro modello di preda va dalla frode alla porta di casa al trucco del nipote e dalle chiamate shock al telefono o al furto. In tutti i casi, l’età più avanzata della vittima è il fattore decisivo. Debolezze come la demenza, l’ipoacusia, l’insicurezza, la solitudine e la volontà di aiutare sono deliberatamente sfruttate. Le vittime di solito si vergognano e sono arrabbiate, soprattutto con se stesse. Spesso non vogliono nemmeno dirlo ai loro figli“, dice Seitz. Tuttavia, il suo appello è: “Segnala, segnala, segnala”. Chiunque trasmetta una truffa aiuta a proteggere gli altri, l’Associazione Alzheimer Alto Adige ne è certa.

La malattia di Alzheimer porta quasi inevitabilmente a un bisogno di assistenza. “Al più tardi quando le cure di base non sono più possibili da soli, molti parenti chiamano un aiuto professionale”, spiega Ulrich Seitz. Dopo tutto, la cura dei malati di Alzheimer può richiedere molto più di 10 anni. I parenti raggiungono spesso i loro limiti mentali e fisici. Molti lavorano ancora e hanno famiglia o sono già molto vecchi. È quindi ancora più importante distribuire la cura su quante più spalle possibile. Perché la cura non diventa più facile con il progredire della malattia. Seitz: “I parenti dovrebbero approfittare di tutto l’aiuto che possono ottenere.”

I semi per far germogliare una nuova cultura intorno alla demenza

21 settembre 2021 Giornata monidiale del morbo di Alzheimer: Sente-mente® partecipa alla fiera informativa. Nella foto da sinistra: Anna Gaburri, Helga Rohra, Nadia Perin e Giulia Nardin

 

Sente-mente® il 20 e il 21 Settembre è con l’Associazione Alzheimer Südtirol Alto Adige, per sgretolare lo stigma della demenza che pesa come un macigno sulle persone che sono chiamate a convivere con la malattia e sulle loro famiglie.

Nella conferenza “Alzheimer e demenza: fare spazio alla vita con le idee del Modello Sente-mente®”, viene presentato un nuovo modo di guardare alla demenza, partendo dal punto di vista di chi con la malattia è chiamato a conviverci. Un modello che riconosce i cambiamenti  a cui la persona che vive con demenza si adatta, nonostante le trasformazioni delle capacità cognitive, riconosce l’impegno e il grande investimento di energie per superare le sfide quotidiane di chi è accanto, e che sceglie di accendere l’attenzione sulla competenza straordinaria che viene conservata fino all’ultimo respiro: la capacità di provare emozioni, di sentire quelle degli altri, sintonizzarsi con esse e rispecchiarle. Lo studio del 2014, Feelings without memory in Alzheimer disease di E. Guzmán-Vélez, JS Feinstein, D. Tranel e altri, mette in luce l’importanza del ruolo che chi è accanto gioca all’interno del “sentire” della persona che convive con la diagnosi di demenza.

Nadia Perin, Giulia Nardin, Anna Gaburri, Helga Rohra

 

“Vivere bene con la demenza è possibile”, parole che possono sembrare lontane da ciò che molte famiglie stanno attraversando. Un messaggio di speranza e concretezza che nasce dall’Alleanza Internazionale per le Demenze, costituito da persone che vivono con demenza e che incarnano la forza e l’innovazione di tale affermazione e che Sente-mente® condivide in Italia e nel panorama mondiale affinché risuoni nel mondo culturale socio-sanitario per tradursi in azioni concrete ed efficaci.

Se della demenza vedi solo ciò che ti fa provare dolore e ti fa sentire impotente, rischi di perderti tutto ciò che il tuo caro ti sta donando in ogni attimo di vita insieme. Quando ti dai il permesso di rivolgere lo sguardo oltre i limiti della malattia, puoi vedere le possibilità capaci di far pulsare la vita in ogni istante.

Insieme sgretoliamo le false credenze, ritroviamo le persone ed i loro “perché”, che trovano ispirazione dai bisogni e nei desideri ancora accesi e che aspettano di essere s-velati.

In Alto Adige, dopo i Sente-mente® Laboratori, prima a Merano e poi a Bolzano, ed i Sente-mente® Caffè in cui l’educatrice e felicitatrice Anna Gaburri, con tutto il team Sente-mente®, è stata costantemente accanto alle famiglie anche nel periodo più intenso del Covid, gli appuntamenti proseguono.

Anna Gaburri felicitatore di SenteMente con Ulrich Seitz, presidente di ASAA

Il primo Sente-mente® Caffè nel territorio italiano ha preso avvio grazie alla collaborazione con Associazione Alzheimer Südtirol Alto Adige nell’agosto 2020. Incontri condotti dalla felicitatrice dedicati alle persone con demenza insieme ai loro famigliari, caffè con un aroma unico, in cui i protagonisti sono le persone con demenza anche quando il caffè lo si è gustato online.

Dalle promesse della giornata mondiale dedicata alle persone con demenza, proseguono gli appuntamenti in modo che i familiari con i loro cari possano incontrarsi: nel mese di ottobre le famiglie che fanno riferimento ad ASAA, potranno vivere i Sente-mente® Caffè che si terranno online tutti i mercoledì con Anna Gaburri.

Ogni settimana un’ora per vivere insieme esperienze innovative per nutrire la quotidianità, focalizzare lo sguardo sulle possibilità e superare le sfide quotidiane, aumentare l’energia, acquisire strumenti per trasformare lo stress che corpo e mente immagazzinano durante la giornata, costruire il ben-essere e la felicità famigliare.

 

 

 

Queste le tematiche che daranno gusto ai Sente-mente® Caffè:

  • 06.10 I paesaggi dell’anima si incontrano in un caffè alla scoperta di una relazione sempre possibile
  • 13.10 Un caffè per allargare lo sguardo intorno alla demenza: il panorama dal punto di vista della – persona che convive con la diagnosi
  • 20.10 I desideri espressi in un caffè: le persone con demenza hanno solo bisogni o coltivano ancora desideri che dobbiamo imparare a s-velare?
  • 27.10 Un caffè speciale che allarga il respiro

Gli studi scientifici delle neuroscienze, della PNEI, della psicologia positiva degli ultimi anni, ci ispirano a credere fortemente che il nostro modo di essere accanto può divenire, se allenato ed arricchito con strumenti innovativi e di valore, la miglior Cura attraverso una relazione sempre possibile, in uno scambio di crescita continua, fuori dagli schemi e verso quell’essenza capace di far scintillare la vita.

 

Per informazioni e adesioni:

Alzheimer Südtirol Alto Adige
info@asaa.it
Tel. 800 660 561

Anna Felicitatore Supervisore del Sente-mente® Modello
anna.gaburri@gmail.com

 

 

Anna Gaburri, la Felicitatrice Sente-Mente che tanti ormai conoscono molto bene,
invita agli incontri del Sente-Mente-Caffè, rispettando tutte le regole, via Zoom:

ogni mercoledì,
dalle ore 17:30 alle ore 18:30.

 

 

È con grande gioia che possiamo condividere questo interessante resoconto di Anna, come lei stessa ci scrive:

“Caro Presidente Ulrich Seitz e Direttivo,
con grande onore allego la relazione relativa al Viaggio dei Laboratori con i familiari di Bolzano. Questo periodo sfidante ha allungato i tempi per l’elaborazione dei dati raccolti attraverso i questionari che sono stati accuratamente dettagliati dalla Felicitatrice e neuropsicologa Maria Rita Di Gioia e tutto il lavoro è stato supervisionato dalla Felicitatrice Giorgina Saccaro e da Letizia Espanoli.

Sarebbe bello se i risultati di questo Viaggio potessero essere condivisi con i familiari e con il Comune che lo ha sostenuto…

Rinnovo la mia gratitudine per avermi affidato questo straordinario percorso che sta proseguendo nei  Sente-Mente® Caffè con tanto interesse da parte del gruppo dei familiari che in questi mesi si è consolidato.

Un abbraccio al team ASAA per tutto ciò che di importante continua a fare accadere.

Anna Gaburri
Educatrice e Felicitatrice del Sente-Mente® Project e Giorni Felici”

 

Scarica qui la Relazione Sente-Mente® Laboratori Bolzano 2020-2021

Grazie per l’articolo sul giornale AltoAdige il 04 aprile 2021

Leggi online:

Patrimonio degli anziani da gestire, l’Associazione Alzheimer Alto Adige corre in aiuto dei familiari

Anna Gaburri, la Felicitatrice Sente-Mente che tanti ormai conoscono molto bene,
invita agli incontri del Sente-Mente-Caffè, rispettando tutte le regole, via Zoom:
a partire dal 13/1/21,
ogni mercoledì,
dalle ore 17 alle ore 19.

dedicato alle persone che vivono con demenza ed ai loro carepartners

 

“La demenza non può essere solo una tragedia, può e deve diventare un’opportunità per la famiglia, la persona, il territorio. A noi spetta inforcare quelle lenti per “giocare” insieme a loro la partita decisiva.”

Letizia Espanoli

Mercoledì 2 dicembre si è concluso il percorso dei Sente-Mente® Laboratori: uno straordinario viaggio di 12 tappe in cui i famigliari delle persone che vivono con demenza sono stati condotti nell’ampliare lo sguardo rispetto alla malattia, ad abbracciare le possibilità della vita che pulsa oltre la diagnosi, a sganciarsi da un fare focalizzato sul “capire” che insiste sulla cognitività, ad un “essere accanto” che si connette al proprio sentire ed a quello del proprio caro, scoprendo nuovi modi perpoter sempre creare una relazione speciale tra loro.
Come? La Felicitatrice Anna Gaburri, secondo la metodologia del Sente-Mente® Modello ideato da Letizia Espanoli, ha tradotto la parte teorica relativa alle più recenti conoscenze della Psicologia Positiva e delle Neuroscienze in esperienze da vivere, accompagnando i famigliari ad acquisire strumenti semplici ed innovativi di cura e di ben-essere.
Di settimana in settimanai famigliari si sono allenati nel metterli in pratica sperimentandoli nel vivere la quotidianità con il proprio carepartner, diventando capaci di accogliere, di comprendere, interpretare, dare significati e soluzioni ai comportamenti speciali, di mettere in campo la propria creatività per trasformare le difficoltà e la lista dei problemi in opportunità.
Un viaggio che si è snodato tra settembre e dicembre con un valore aggiunto: i famigliari stessi hanno evidenziato come questo percorso li abbia sostenuti e li abbia aiutati ad uscire da uno stato di impotenza per costruire la propria resilienza ed autoefficacia, nella relazione con il proprio caro, ma anche per affrontare la sfida di questi mesi che va a toccare ogni area di vita.
Un sentire che si è particolarmente accentuato in questo periodo delicato del Covi-19, in cui molti famigliari patiscono la distanza fisica con il proprio caro che vive in Residenza per Anziani o lontano da loro e quello di molti famigliari che accompagnano personalmente il proprio caro e percepiscono la sensazione di “essere lasciati da soli”.
In questo momento storico l’incertezza che tutti i componenti della famiglia sperimentano, eleva la sensazione di impotenza, di paura e di preoccupazione (“e se mi ammalo io, chi si prenderà cura dalla mia mamma?”) con il rischio di sgretolare la speranza e di avere grande difficoltà nel creare un clima sereno e di benessere con il proprio caro.

Per continuare a rimanere vicini alle famiglie, grazie al grande impegno del Presidente Ulrich Seitz e dei preziosi volontari di ASAA, da mercoledì 09 dicembre dalle 17.00 alle 19.00 si apriranno i Sente-Mente® Caffè in una versione flessibile tra incontri in presenza, appena sarà di nuovo possibile, e online, modalità sperimentata proprio durante i Laboratori e che ha consentito di proseguire il percorso senza interruzioni, confermando le evidenze scientifiche rispetto a questa opportunità di connessione: lo sguardo, il contatto, le emozioni, il nostro sentire attraversa ogni cancello, trasforma la biochimica del corpo e ogni istante diviene ricco di bellezza, gratitudine, apprezzamento, leggerezza.
I Sente-Mente® Caffè potranno consolidare nei carepartners la padronanza delle competenze sviluppate e sperimentate nel percorso dei Laboratori, prendendosi al contempo cura di se stessi e del proprio caro, lavorando per costruire il ben-essere e la felicità famigliare.
Di settimana in settimana, attraverso la creazione di un gruppo what’s app dedicato, i famigliari resteranno in contatto quotidiano con il Felicitatore che ispirerà a sperimentare degli strumenti e vivere le esperienze nella quotidianità di Vita a casa con il proprio caro o nella relazione con il proprio carepartner che vive in Casa per Anziani, per mantenere il focus sul percorso e sul sentire dei famigliari, che possono essere condotti nel rintracciare nuove possibilità quando attraversano un momento di particolare difficoltà.
Nei primi due incontri esploreremo insieme le possibilità per far scintillare il Natale con il proprio caro che vive in Rsa, con il proprio caro con cui si condivide la quotidianità, con il proprio caro che vive con una assistente famigliare e nel successivo come creare la miglior giornata di vita.

Attraverso i Sente-Mente® Caffè le persone che vivono con la demenza potranno, con i loro familiari, muovere i passi per la differenza come sostiene Hilary Doxford:“Io faccio parte di un gruppo di lavoro sulla demenza in continua crescita, composto da persone che come me, vivono con una diagnosi di demenza e vogliono fare insieme la differenza, possono ancora lavorare con e per le persone che vivono con la stessa situazione.”

Sia online, ma sopratutto negli incontri in presenza sono invitate a partecipare le persone che vivono con demenza insieme ai propri carepartner.

Per informazioni sulle modalità di partecipazione è possibile contattare:

  • Asaa
    info@asaa.it;
    tel. 0471 051 951
  • Anna Gaburri, Felicitatrice del Sente-Mente® Modello
    cel.349 6114166
    anna.gaburri@gmail.com

“Dobbiamo diffondere una cultura diversa per i carepartners, capace di “farli soffrire” meno di quanto già soffrono e capace di “dare” significati diversi all’evento demenza nel nucleo famigliare” esorta Letizia Espanoli, ideatrice del Sente-Mente® Modello.

I ns. consulent di psicologia, la dot.ssa Alice Panicciari e il dot. Michele Piccolin, ci hanno mandato un testo informativo per chi ci segue:

#viciniavoi nella fase 2:
lento ritorno alla normalità

Le disposizioni emanate dal Governo per fronteggiare il periodo di emergenza nazionale sono state fondamentali per ridurre i numeri del contagio a tutela della popolazione. Tuttavia, limitare le uscite ai soli casi di necessità ha portato inevitabilmente a isolare alcune categorie di persone più fragili, come ad esempio gli anziani.

Durante l’emergenza Covid-19, infatti, le persone della terza età e i loro caregiver si son trovati a dover affrontare alcune criticità importanti come la difficoltà di ricevere aiuto da persone di fiducia o badanti per garantire una qualche forma di autonomia all’anziano, oppure la difficoltà del familiare stesso di poter aiutare il proprio genitore o andare a trovarlo. Tuto questo ha portato molti anziani a sperimentare un profondo senso di solitudine e paura dell’abbandono, andando ad amplifcare ansie e paure percepite.

La fase 2 porta con sé le conseguenze dei molteplici cambiamenti che, se non affrontati con attenzione e tempestività, possono compromettere il benessere psicologico della persona e la sua qualità di vita. È importante, quindi, in questa fase di apertura graduale fornire un sostegno agli anziani e ai loro famigliari per accompagnarli ad una progressiva ripresa, ridimensionando paure ed angosce.

La persona anziana ha bisogno di focalizzarsi su argomenti positivi, non legati ad avvenimenti spiacevoli connessi al virus (ad esempio il numero crescente dei contagiati, delle vittime, e così via) ed essere aiutata a ritrovare il contato con la propria routine e gli interessi che ancora può coltivare. Fondamentale è inoltre aiutarla a tenere comportamenti corretti per la propria salvaguardia e salute.

Può essere, inoltre, utile stimolare la persona anziana a svolgere attività che gradualmente sta perdendo dedicandogli del tempo di qualità in modo da farla sentire utile e importante.

Un cenno infine va rivolto alla tematica del lutto e del fine vita, elemento che viene spesso espresso dall’anziano e che potrebbe emergere soprattutto in questo periodo di incertezza e instabilità. L’anziano ha infatti bisogno di parlare della propria visione della vita e della morte per elaborare un percorso di vita e trovare significato a lutto e perdite passate o recenti. Il famigliare può trovarsi in difficoltà ad affrontare questo tema con il proprio caro, ma può essere d’aiuto mantenendo un atteggiamento aperto al dialogo, accogliente e di ascolto.

Sulla scorta di queste riflessioni ASAA, in qualità di associazione da sempre vicina al mondo dell’anziano e di chi lo cura, ha attivato la campagna #viciniavoi per mettere a disposizione degli anziani e dei loro caregiver dei servizi progettati appositamente per loro, curati da professionisti esperti e pensati per riportare il sorriso sul volto di associati e interessati.

Informazioni e prenotazioni presso ASAA al N. Verde 800 660 561

#viciniavoi Elenco servizi ASAA (da scaricare)

Attività a distanza per le persone impossibilitate ad accedere alla sede ASAA 

  • Consulenze psicologiche a distanza tramite telefono, videochiamata whatsapp o Skype a caregiver o persone anziane 
  • Stimolazione cognitiva a domicilio tramite piattaforma Tandem da svolgere insieme al proprio caregiver (pacchetto di 10 sedute) e costantemente monitorata a distanza da uno psicologo 

Attività presso la sede ASAA

  • Consulenze di sostegno psicologico ad anziani e caregiver nel rispetto delle misure di distanziamento e prevenzione Covid-19 (igiene mani, pulizia ambienti, ricambio dell’aria, dispositivi di protezione individuale (DPI)) 
  • Screening cognitivo iniziale 
  • Stimolazione cognitiva alla persona anziana con patologia dementigena/ potenziamento cognitivo all’anziano 

Problematiche trattate:

  • Anziani in situazioni di solitudine o isolamento 
  • caregiver che hanno in carico una persona malata 
  • anziani/famigliari che hanno subito un lutto nel periodo Covid-19 
  • anziani o caregiver con difficoltà di ansia, panico o accumulo di stress 
  • Anziani che mostrano iniziali segni di deterioramento cognitivo e necessitano di un primo screening 
  • Anziani che desiderano attivare un percorso di potenziamento/stimolazione cognitiva per mantenere attive le proprie funzioni cognitive 

Articolo giornale Alto Adige, del 22.04.2020

scaricare l’articolo AltoAdige

Dalla sinistra alla destra Alex Podini e Ulrich Seitz

In questo periodo di pandemia e misure di contenimento dell’infezione, le famiglie dei malati di Alzheimer in Alto Adige si trovano ancora più isolate e ulteriormente private dei supporti esterni (centri diurni chiusi, attività sospese, assistenza domiciliare ridotta). Spesso i malati e i loro caregiver rientrano nella categoria delle persone fragili e particolarmente a rischio.

Le persone con demenza, infatti, sono prevalentemente, ma non solo, di età superiore ai 60 anni, appartenenti quindi alla fascia di età con più vittime causate dal Covid-19. Hanno quindi maggiori probabilità di contrarre la malattia perché meno in grado di adottare le misure necessarie a proteggersi e a ridurre il rischio di contagio tra chi gli sta intorno. Esse, infatti, potrebbero non ricordare di lavarsi le mani, probabilmente si scorderanno le tutele in caso di tosse, e potrebbero anche non riuscire a mantenere le distanze dalle persone infette. Possono inoltre soffrire di mal di testa, febbre bassa o tosse, senza riconoscerne i sintomi e senza essere in grado di comunicare ai loro caregiver che qualcosa non va. Potrebbero quindi avere bisogno di cure mediche immediate.
Se queste situazioni non vengono rilevate, potrebbero esporre gli altri al virus durante il periodo di tempo in cui è altamente contagioso. Inoltre, le persone in oggetto tendono ad avere comorbidità, anch’esse legate a una maggiore probabilità di morte con un’infezione da Coronavirus. “Chi assiste questi pazienti, che non hanno piena consapevolezza di quanto sta accadendo, vive una situazione difficile, deve affrontare problemi pratici – piani terapeutici da rinnovare, contatti col medico, gestione dei farmaci per i disturbi comportamentali – cercando di rimanere un punto di riferimento stabile per il malato”, sottolinea Ulrich Seitz, Presidente dell’Associazione Alzheimer Alto Adige. Lo smartworking è evidentemente impossibile per badanti. In questo periodo mumerose  famiglie, datrici di lavoro domestico non sanno esattamente come regolarsi, ricorda l’Associazione Alzheimer. Quali accorgimenti si devono prendere a tutela della propria salute e di quella della propria badante?

Domande su domande, che hanno reso necessario di intensificare il lavoro del gruppo di auto-mutuo-aiuto, con un’offerta di consulenza più ricca anche telefonica attraverso il numero verde 800660561, operativa ogni giorno dalle ore 7 alle ore 22. Attualmente registriamo da 20 a 25 chiamate al giorno, con episodi anche molto preoccupanti da tutto il territorio provinciale.

Quello che si evidenzia sempre di più, è secondo Seitz, il problema aggravato dall’impossibilità di mantenere una routine quotidiana, così importante per chi soffre di demenza, ora che sono chiusi i centri diurni che in qualche modo contribuiscono a organizzare la giornata dei pazienti, e in qualche caso non sono disponibili le badanti o altre figure di riferimento. Senza dimenticare l’ansia generata dalle notizie che arrivano. “E’ opportuno non lasciare il paziente solo a seguire telegiornali e notiziari, perché c’è il rischio che percepisca le informazioni come un pericolo imminente che lo riguarda direttamente“, spiega Seitz.  “Un altro problema è legato alle restrizioni sul movimento, difficili da accettare anche per noi che abbiamo un atteggiamento almeno parzialmente razionale“ . Per questi pazienti, a volte, la passeggiata quotidiana è un appuntamento importante, e il rischio è che la privazione accentui l’agitazione o le tendenze al vagabondaggio, che rendono necessari maggiori controlli per evitare che i pazienti possano uscire da soli. Altrettanto difficile spiegare che è necessario lavarsi le mani continuamente, ed evitare i contatti fisici ,“che sono molto importanti dal punto di vista emotivo, e nei casi più gravi indispensabili per l’assistenza “, sottolinea la neurologa. L’attuale Pandemia da Covid-19 rappresenta un fattore di rischio soprattutto per gli anziani perché sono più suscettibili alle infezioni,  Questo periodo di reclusione forzata non deve perciò cambiare le abitudini salutari. Una corretta alimentazione e lo svolgimento di un’attività fisica adeguata possono e devono restare la consuetudine: l’attività fisica può aumentare le capacità di difesa del sistema immunitario, perciò dovrebbe essere svolta abitualmente”.

Le richieste sono effettivamente diverse. Impossibile ipotizzare che nei casi più gravi queste persone vengano lasciate da sole, senza i loro famigliari o assistenti personali che conoscono, per esempio.

Un supporto molto importante di aiuto, anche economico per poter aiutare i casi più gravi con la messa a disposizione di consulenze/attività pratiche, è stato garantito dall’imprenditore Alex Podini, che da anni accompagna i progetti vari dell’Associazione Alzheimer attraverso Podini Holding con molta convinzione.  Ulrich Seitz è felice di questa partecipazione attiva, nonché amicizia particolare, anche perché i fabbisogni sono aumentati drasticamente in questa periodo di pandemia, soprattutto per le famiglie, dove si devono anche affrontare difficoltà per la cassa integrazione e per il pericolo di perdere il proprio lavoro, a causa della drammatica situazione economica, che si aggiunge ai già esistenti problemi socio-sanitari nei nuclei familiari in questione.